IL RUOLO DELLE FONDAZIONI DI DIRITTO PRIVATO NELLA VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI

IL FAI – FONDO PER L’AMBIENTE ITALIANO

In occasione delle giornate FAI di Primavera del 24 e 25 marzo 2018, si vuole evidenziare il ruolo sempre più rilevante che i privati hanno assunto nel recupero e nella valorizzazione del patrimonio culturale italiano.

Con il termine privati ci si può riferire sia a persone fisiche sia a persone giuridiche, che abbiano chiesto il riconoscimento da parte dello Stato, come soggetti autonomi distinti dalle singole persone che le compongono, sia a enti o ad associazioni non riconosciute, che, come tali, esistono di fatto, pur non acquisendo una soggettività giuridica piena agli effetti di legge.

Inoltre, i privati possono qualificarsi sia come persone fisiche o persone giuridiche profit, la cui attività è orientata a ottenere un vantaggio economico, sia come organizzazioni, provviste o meno di personalità giuridica, non profit, o, come altrimenti si dice nel linguaggio tecnico italiano, del terzo settore.

Il ruolo sempre più rilevante assunto dai privati ben si spiega a causa, da un lato, delle crescenti difficoltà organizzative e finanziarie della gestione pubblica, dovute non solo alla progressiva carenza di risorse assegnate al sistema cultura, ma anche alla inadeguatezza normativa e culturale delle pubbliche amministrazioni nel far fronte a tutte le implicazioni che la domanda di cultura comporta.

Dall’altro lato, il dispiegarsi del pluralismo della società (art. 2 Cost.) e il superamento dell’antico dualismo, che vedeva il pubblico quale unico garante degli interessi generali e il privato quale portatore di interessi irrimediabilmente egoistici e legati al profitto, hanno portato alla creazione di uno spazio intermedio, in cui soggetti privati operano per la soddisfazione di interessi generali.

In tale contesto, sono quindi i privati e, più precisamente i privati-imprese, a svolgere meglio e con minori costi compiti nuovi (eventi e servizi di accoglienza al pubblico nei musei), o tradizionali (editoria e altri servizi strumentali), in un’ottica di superamento degli ostacoli sopra evidenziati.

Inoltre, la riscoperta della filantropia e del lavoro finalizzato al bene comune come valori giusti, utili e necessari,[1] potrebbe agevolare il rinnovamento culturale del territorio, coinvolgendo i cittadini in un progetto di consapevolezza e recupero dei beni comuni, oltre che di idee di comunità, cooperazione e legalità.

Nel novero delle organizzazioni non profit rientrano, a titolo esemplificativo, le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), le organizzazioni non governative, le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale.

Inoltre, appartengono al terzo settore le fondazioni di diritto civile, che consistono in stabili organizzazioni private senza scopo di lucro, dotate di un patrimonio vincolato al perseguimento degli scopi statutari, e che rivestono una notevole importanza nel settore dei beni culturali.[2]

Dal punto di vista giuridico, nelle fondazioni assume rilevanza il patrimonio, benché anche l’opera dell’uomo per il conseguimento dello scopo non possa mancare, con la conseguenza che le stesse rientrano pacificamente nella categoria delle organizzazioni collettive.

Le fondazioni sono quindi organizzazioni collettive, formate dagli amministratori e volute dal fondatore mediante la devoluzione di beni vincolati al perseguimento di uno scopo di pubblica utilità, ove gli amministratori non possono modificare lo scopo, ma sono liberi di scegliere come in concreto perseguirlo.  

Il FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano – costituisce un esemplare esempio in tal senso.

Nato da un’idea di Elena Croce, figlia del filosofo Benedetto Croce, il FAI è stato fondato nel 1975 da quattro amici - Giulia Maria Crespi, Renato Bazzoni, Alberto Predieri e Franco Russoli, sul modello del National Trust inglese.[3]

Quando si ha una forte visione d’insieme è piuttosto facile che la visione diventi realtà. Ma ci vuole coraggio, molta grinta…”[4]: queste sono le parole pronunciate da Giulia Maria Crespi.

Lo scopo di far conoscere e proteggere le straordinarie bellezze di cui l’Italia è ricca, quali i monumenti, i paesaggi, le opere d’arte e i siti archeologici, che li ha uniti si è poi trasfuso nello statuto, che, nella versione attuale, così recita:

“Il FAI ha come scopo esclusivo l’educazione e l’istruzione della collettività alla difesa dell’ambiente e del patrimonio artistico e monumentale italiano. Tale scopo viene perseguito attraverso lo svolgimento delle seguenti attività: tutela, promozione e valorizzazione di beni di interesse artistico, storico e del paesaggio; tutela e valorizzazione della natura e dell’ambiente; promozione della cultura e dell’arte. In relazione a quanto sopra il FAI può altresì promuovere attività di studio, ricerca scientifica e documentazione.”

Da allora il FAI è cresciuto, ma non ha mai perso di vista i valori fondanti in cui crede: la concretezza del “fare” innanzitutto, ma anche l’eccellenza qualitativa in tutti gli aspetti del suo operato.

Le prime donazioni risalgono all’anno 1977 e consistono in un terreno sulla costa di Cala Junco, a Panarea, nel Monastero di Torba (VA) e nel Castello di Avio (TN).

Nel 1978 è stata istituita la prima delegazione, a Milano.

Come da statuto, il FAI istituisce delegazioni locali per il raggiungimento dei suoi scopi, disciplinando con apposite linee guida i loro compiti e modalità di funzionamento, per il tramite del suo Consiglio di Amministrazione.

Ed invero, l’idea di delegare la presenza del FAI sul territorio ha rivestito un ruolo fondamentale per permettere lo sviluppo della Fondazione, nonché la crescita degli iscritti e il presidio costante e attento in tutta Italia.

Al 1993 risalgono le prime Giornate FAI di Primavera; evento che oggi ha assunto una portata nazionale di assoluto richiamo, con centinaia di luoghi che vengono aperti in tutta Italia con centinaia di visitatori che attendono l’occasione con entusiasmo e curiosità.

Nel 2003 si è tenuta la prima edizione de “I luoghi del Cuore”.

Nel 2010 si è assistito ad un cambio al vertice: dopo trentacinque anni Giulia Maria Mozzoni Crespi ha lasciato la carica di Presidente a Ilaria Borletti Buitoni, assumendo quella di Presidente Onorario.

All’inizio dell’anno 2013 la presidenza del FAI è passata nelle mani di Andrea Carandini.

Nel 2012 il FAI acquisisce la prima “vera” sede operativa, ubicata nella Cavallerizza, grandioso edificio eretto nel centro di Milano ai primi del ‘900, grazie ad un accordo con il MiBACT.

Nel 2014 il FAI supera i 100.000 iscritti, segno di notevole dinamismo e capacità di coinvolgere ed entusiasmare sempre più sostenitori.

 

Avv. Giorgia Colombo

 

 

Per ogni ulteriore informazione, visitare il sito: https://www.fondoambiente.it/

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[1] Guzzi D., Le Fondazioni, FAG, Milano, p. 25-26.

[2] Barbati C., Cammelli M., Sciullo G., Diritto e gestione dei beni culturali, Il Mulino, Bologna, 2011, 127.

[3]Il National Trust inglese è stato fondato nel 1895 da Octavia Hill, Robert Hunter e Hardwick Rawnsley con lo scopo di tutelare il paesaggio, mediante una organizzazione capillare diffusa su tutto il territorio, capace di coinvolgere la popolazione e di stringere rapporti di collaborazione con lo Stato.

[4] Bazzoni R., Tutta questa bellezza, Rizzoli, p. 17.