27 maggio 2020

19 maggio 2020: viene finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il tanto atteso Decreto Rilancio.
Nella stessa data viene presentato un disegno di legge.
Una data storica per il nostro Paese.
MA CHE COSA SIGNIFICA TUTTO QUESTO? QUALE ATTO NORMATIVO È STATO ADOTTATO IN CONCRETO?
Un decreto-legge: il decreto-legge n. 34/2020.
Per fare un po’ di chiarezza, si tratta di un atto normativo di carattere ancora provvisorio, avente forza di legge e che viene adottato in casi straordinari di necessità e urgenza dal Governo, ai sensi dell'art. 77 della Costituzione; un atto che, se non viene convertito in legge entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione, perde ogni efficacia sin dall’inizio.
Ecco perché in pari data è stato presentato un disegno di legge, avente ad oggetto proprio la "Conversione in legge del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19"; il cui iter potrà essere seguito sul sito del Parlamento italiano.
Non meno importanti della legge di conversione sono i ben 98 decreti attuativi che dovranno essere redatti, ovvero i provvedimenti necessari al fine di completare gli effetti delle norme stesse.
Il 16 maggio u.s., peraltro, un altro decreto-legge è stato adottato dal nostro Governo e il 17 maggio u.s. l’ennesimo D.P.C.M., che, come ormai noto, non è legge, bensì atto amministrativo.
Peccato che sul sito del Governo siano apparse in più occasioni FAQ relative ai D.P.C.M. adottati; il che è anomalo poiché l’interpretazione è propria della norma e quando vi provvede il legislatore si chiama “autentica”.
La culla del diritto, i cui precursori sono stati gli antichi romani, oggi è una nave senza nocchiere in gran tempesta, in preda a una schizofrenia legislativa senza precedenti.
E in uno scenario così confuso e burrascoso siamo tutti invitati a ripartire e a “rilanciare” le nostre attività e il nostro Paese.
Sul fronte dei beni culturali, abbiamo assistito a una timida riapertura dei primi musei lo scorso 18 maggio, cui seguiranno le successive nei prossimi giorni.
Il 3 giugno sarà il turno delle Gallerie degli Uffizi, il cui direttore Eike Schmidt ha dichiarato di essere pronto, ma di aver preferito attenersi scrupolosamente alle direttive del comitato scientifico: “Anche se eravamo pronti su tutta la linea abbiamo declinato queste aperture seguendo alla lettera le indicazioni del comitato tecnico scientifico: prima i musei all’aperto, come Boboli, quindi quelli piccoli, con meno di centomila visitatori all’anno, infine i più grandi, come gli Uffizi.”
E sarà proprio lui ad accogliere personalmente i primi visitatori!
Un segnale forte questo, in un momento in cui tutti abbiamo bisogno di bellezza, vero benessere psicologico individuale e anche collettivo.
Ed è proprio il modello virtuoso degli Uffizi, e di tutti gli altri musei e luoghi della cultura che hanno aperto le porte alla fruizione online, a dominare oggi.
Un esempio: “Silhouette d’arte”.
È il nuovo gioco digitale del Mibact che consiste nel riconoscere le opere d’arte custodite nei musei e parchi archeologici dello Stato, nascoste tra le sagome nere pubblicate sui canali social del Mibact, “per sperimentare linguaggi capaci di coinvolgere nuovi pubblici” e “così da continuare in un viaggio ideale tra le collezioni dei musei italiani”.
Sulla stessa scia si colloca la PIATTAFORMA DIGITALE DELLA CULTURA, prevista dall’art. 183 del Decreto Rilancio, per la cui realizzazione sono stati assegnati ben 10 milioni di euro al Mibact.
Trattasi di un’iniziativa di grande interesse, laddove la piattaforma digitale dovrà garantire anche in futuro la “fruizione del patrimonio culturale e di spettacoli”, dal vivo online e in streaming a pagamento, al fine di “sostenere la ripresa delle attività culturali”.
La digitalizzazione, quale risorsa sempre più da sviluppare, è altresì menzionata nell’art. 184 del Decreto Rilancio, che istituisce il c.d. “FONDO CULTURA”, con una dotazione di 100 milioni di euro per gli anni 2020-2021 e con la finalità di promuovere investimenti e altri interventi “per la tutela, la fruizione, la valorizzazione e la digitalizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale”, inizialmente lanciato come proposta da Pierluigi Battista sul Corriere della Sera per salvare il “polmone  del nostro Paese” e poi sostenuto da Federculture.
Interessante notare come il patrimonio culturale “immateriale” non sia menzionato nel nostro Codice dei Beni Culturali, bensì sia oggetto della Convenzione UNESCO del 2003, volta alla sua salvaguarda.
La Convenzione, ratificata dall’Italia, non è mai stata recepita integralmente nel suo contenuto, avendo l’art. 7-bis del Codice dei Beni Culturali richiamato “le espressioni di identità culturale collettiva” contemplate dalla Convenzione UNESCO soltanto “assoggettabili alle disposizioni del presente codice qualora siano rappresentate da testimonianze materiali e sussistano i presupposti e le condizioni per l'applicabilità dell'articolo 10 [beni culturali]”, riconoscendo, pertanto, dignità al patrimonio culturale immateriale in una dimensione di contiguità e non di precisa coincidenza rispetto all’ambito trattato.
Queste sono solo alcune delle misure del c.d. “Pacchetto Cultura” del Decreto Rilancio, per la cui disamina si rinvia alle slides diffuse dal Mibact sul proprio sito istituzionale: misure che, ahinoi, necessitano di decreti attuativi per essere adottate in concreto, nonché di una legge di conversione per diventare efficaci; misure che, ad oggi, lasciano gli operatori del settore privi di risposte.
E per non lasciarli completamente abbandonati a se stessi, il Mibact ha deciso di avviare una campagna di ascolto dei visitatori attuali e potenziali dei musei italiani, pubblici e privati, al fine di trarre informazioni utili per le loro attività future.
Il questionario è disponibile sulla piattaforma Google Docs.
Perché una sola cosa è certa: torneremo a respirare arte.
Il coronavirus cambierà il mondo della cultura, ma i capolavori, dal vivo, avranno sempre un vantaggio competitivo impossibile da replicare. 
 
 
Avv. Giorgia Colombo
 
 
Per ogni ulteriore informazione e/o richiesta di approfondimento, contattare:
DDC Studio Legale (P.IVA 05986790961)
Tel: + 39 02.6431749 - Fax: + 39 02.66116694
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
www.ddcstudiolegale.com