16 marzo 2021

Lo scorso 11 marzo l’opera NFT intitolata EVERYDAYS: THE FIRST 5000 DAYS è stata battuta all’asta da Christie's per l’incredibile cifra di $ 69.346.250.
L’evento ha suscitato molto clamore per almeno due motivi: il fatto che si tratti di un’opera interamente digitale e che sia strettamente collegata a una tecnologia sempre più diffusa, la blockchain (la stessa alla base dei Bitcoin, per intenderci).
Si legge sul sito della famosissima casa d’asta la storia dell’opera: “Il 1° maggio 2007, Mike Winkelmann, alias l'artista digitale Beeple, ha pubblicato online una nuova opera d'arte. Ha fatto la stessa cosa il giorno successivo e quello successivo, e quello successivo ancora, creando e pubblicando un'immagine digitale nuova di zecca, “EVERYDAYS” come la chiamava, ogni singolo giorno per 13 anni e mezzo. Ora quei singoli pezzi sono stati riuniti in EVERYDAYS: THE FIRST 5000 DAYS, un'opera unica nella storia dell'arte digitale.”
Il monumentale collage digitale, partito da una valutazione di $ 100, ha raggiunto in pochi giorni la strabiliante cifra di $ 69.346.250 ed entra nella storia come la prima opera d’arte puramente digitale mai offerta da Christie's.
Se le opere d’arte digitali non sono una novità, lo è di certo la tecnologia blockchain utilizzata.
L’acronimo NFT (Non-Fungible Token) indica un bene non fungibile, dotato di una individualità specifica, non passibile di sostituzione e di scambio, e, come tale, unico, quale un’opera d’arte.
La forma con cui questo bene esiste nel mondo digitale è quella di “Token”, termine equivalente nella sua accezione principale a “Criptovaluta”, una sorta di gettone digitale il cui scambio avviene per mezzo della blockchain, la tecnologia abilitante che sta alla base e ne detta le regole.
Le caratteristiche principali di questa tecnologia sono la decentralizzazione delle informazioni (tutte le informazioni sono distribuite su molti nodi, garantendo un’estrema resilienza), la tracciabilità dei trasferimenti, la disintermediazione delle transazioni, nonché la trasparenza, verificabilità e immutabilità delle informazioni registrate.
Una tecnologia con siffatte caratteristiche, applicata al bene opera d’arte e utilizzata per tracciarne gli scambi e verificarne la proprietà e l’unicità, ha le potenzialità per imporsi come strumento innovativo dalla portata dirompente.
Oggi i NFT vengono usati per scambiare una grande varietà di asset digitali, non solo opere d’arte, ma anche proprietà immobiliari virtuali, oggetti parte di videogiochi online, clip video che immortalano una schiacciata a canestro di LeBron James, nonché il primo tweet della storia, messo in rete dal suo fondatore Jack Dorsey nel 2006 ($2.5M è l’offerta attuale dell’asta, il cui ricavato sarà devoluto da Dorsey in beneficenza).
Anche alcuni artisti musicali hanno iniziato a distribuire e vendere online la propria musica, sempre come NFT.
Rimanendo in ambito artistico, l’arte legata alla tecnologia blockchain viene definita crittografica (CryptoArt o Cryptoart) ed è emersa come un genere di nicchia nel 2010, per poi esplodere a marzo 2020 in concomitanza con lo scoppio della pandemia.
Con l’opera digitale di Beeple si afferma definitivamente il mercato dei NFT e della Cryptoart, e Beeple entra di diritto tra i primi tre artisti viventi di maggior valore al mondo.
Una rivoluzione inaudita avvenuta nel giro di pochi mesi.
Ancora una volta è il mondo dell’arte a saper cogliere le novità in un contesto stravolto dall’isolamento e dalle restrizioni.
Il digitale diventa così l’unica via percorribile: l’arte puramente digitale esiste e le tradizionali regole potranno essere scardinate con scenari e aperture verso un mercato più trasparente e vario.
Osate e rendete fruibile l’arte in tutte le sue forme.

 

Avv. Giorgia Colombo

 

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